Tutto quello che avreste voluto sapere sulla pizza e non avete mai osato chiedere

La pizza, così come la conosciamo noi, arrivò nel 1889 quando il cuoco napoletano Raffaele Esposito creò la pizza Margherita in onore della Regina Margherita di Savoia.

Un “tricolore” gastronomico formato da pomodoro, mozzarella e basilico, per onorare la Regina e l’Italia tutta!

Talmente tricolore, che da quel giorno con “pizza” si allude all’Italia in tutte le parti del mondo.

A dircela tutta, le cose non stanno proprio così! La pizza non nasce a Napoli 128 anni fa!

Approfondiamo la questione!

Anche se considerata originaria della tradizione culinaria napoletana, prima di noi anche gli Egizi, i Greci e i Romani cucinavano focacce molto simili tra loro, risalenti a tempi lontani antecedenti il Cristianesimo. La pizza ha una storia davvero lunga, complessa e incerta.

Le prime attestazioni della parola risalgono al 997 D.C – inscritte su un reperto ritrovato nei pressi di Gaeta, la cittadina balneare situata tra il basso Lazio e la Campania.

Nell’antichità la pizza era un piatto povero e popolare, fatto con strutto, formaggio e basilico. Spesso includeva scarti di pesce. Era un alimento diffuso in tutta l’area mediterranea.

Fino al 1830 la produzione e la vendita della pizza era un’esclusiva dei venditori di strada – un sorta di street-food ante litteram. Solo più tardi sarebbero arrivate le pizzerie!

Non solo farciture!

Se la farcitura tricolore utilizzata da Raffaele Esposito è famosissima, molto poco si conosce sul tipo di farina che utilizzò!

Oggi vogliamo parlarvi dei tipi di farina che utilizzano i moderni pizzaioli – con o senza la “u”, – pizzaiuoli – come si dice a Napoli, per preparare quel meraviglioso impasto che sezionano, appallottolano, stendono, sbattono, percuotono, modellano, lanciano in aria ed infine infornano, seguendo una ritualità coreografica e multisensoriale che rende sempre così allegra una serata trascorsa in pizzeria, con il vecchio forno a legna e le trecce di pomodori e i mazzi di origano appesi alle pareti!

Qual è il tipo di farina maggiormente utilizzato in una moderna pizzeria? Ne esistono decine di varianti. La caratteristica principale di una farina è la sua “forza”, che si traduce nella capacità della farina di assorbire acqua. Nelle pizzerie le principali farine sono quelle 00, 0, o di tipo 1, seguite dalle integrali, da quelle mixate con altri cereali, le originali (primitive e salutistiche) fino alle ultimissime deglutinate, le cosiddette “Gluten Free”.

Sappiate che quando vi trovate in pizzeria, forno a legna o elettrico che sia, se ordinate una margherita quasi certamente sarà stata preparata con una doppio 0, una farina adatta ad un breve periodo di “maturazione”, che deve completarsi nelle ore comprese tra l’impasto del pomeriggio e la sera.

E se invece vi sentiste novelli o novelle Raffaele Esposito e voleste cimentarvi a casa vostra nella gustosissima Ars Pizzandi, nel vostro supermercato di fiducia potrete trovare la farina più adatta ai vostri gusti e a quelli dei vostri amici. Potrete decidere di realizzare il vostro impasto utilizzando la classica 00, oppure aggiungere a questa altri tipi di farina che agiscano sulla struttura della massa – rendendola più o meno elastica- e sul sapore, mixando sfarinati di cereali, di soia, e anche di legumi.

La farina del nostro sacco!

La ricerca delle materie prime sono una caratteristica fondamentale per chi prepara ed elabora un piatto, sia questi uno chef o un pizzaiolo. Noi della Gegel non smettiamo mai di andare in cerca del meglio, per la soddisfazione dei clienti e dei consumatori. Collaboriamo da molti anni con Molino Pasini, un’azienda che vanta una grande esperienza nel settore farine. Il ristoratore professionale e l’aspirante pizzaiuolo domestico troveranno nel nostro ricco assortimento la soddisfazione che cercano!

Nel frattempo, ci è venuta una gran voglia di farci una bella pizza!

…Don Raffae’, arriviamo!